Intervista a Francesco Perilli. Le Borse. Volatili, ma saliranno |
È uno degli operatori della city milanese più apprezzati e autorevoli. Del resto Francesco Perilli, amministratore delegato di Equita Sim, l'ex Euromobiliare Sim, sta sul mercato da almeno cinque lustri. Ha vissuto le fasi Toro e quello Orso, non ultima la più grave crisi finanziaria globale del dopoguerra. Oltre all'apprezzamento - rimarcato anche quest'anno dal fatto che il team di ricerca di Equita si è piazzato al primo posto, per il secondo anno consecutivo, per qualità secondo la classifica di Institutional Investor - lui e la sua squadra possono contare su un valore sempre più raro, quello dell'indipendenza. Da quando ha rotto, tre anni fa, il cordone che lo legava al Credito Emiliano, Equita vede il management al 40% del capitale e la quota relativa di maggioranza in capo a Jc Flowers, un fondo di private equity americano. Niente prestiti alla clientela, nessun gruppo bancario italiano che ne detti la linea e quindi conflitti d'interesse ridotti al minimo.
Dottor Perilli, le borse con le eccezioni di Piazza Affari e Madrid vengono da un biennio di forte rimbalzo dopo la grande crisi. Il 2011 sarà ancora all'insegna della crescita?
Avremo a che fare ancora con mercati volatili, ma ci aspettiamo comunque performance positive dei listini.
L'economia globale cresce più del previsto, gli utili stanno sorprendendo in positivo e gli investitori sono tuttora sottoinvestiti sull'azionario europeo e in modo particolare sui titoli italiani.
Ma ci sono fattori esogeni che pesano. Penso alla Libia, al prezzo del petrolio in risalita, ai primi bagliori d'inflazione.
Un po' d'inflazione è benvenuta, tanto è vero che fino a qualche mese fa tutti erano preoccupati da un'eventuale, e per me assai più pericolosa, deflazione. L'aumento del prezzo del petrolio non è un problema se rimarrà temporaneo, ma la verità è che nessuno sa prevedere come evolverà la situazione geopolitica e quindi l'unica soluzione è concentrarsi su titoli con buoni fondamentali.
Resta sullo sfondo il tema dei debiti sovrani dei Pigs. Le banche irlandesi sono di fatto fallite e ormai nazionalizzate. La Spagna avrà a che fare con un'ondata di emissioni sia governative che bancarie. Moody's ha ulteriormente bocciato la Grecia e le sue banche. Non mi pare una situazione rosea.
In realtà il rafforzamento dell'euro segnala che i timori di una nuova crisi sistemica sono remoti. I governi europei hanno probabilmente capito che è meno costoso anticipare le crisi aziché reagire ex-post. Detto questo è evidente che è un fattore di instabilità da tenere monitorato.
Le borse sono salite anche sull'onda della forte liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali e da un mercato obbligazionario assai meno conveniente. Può durare ancora questo meccanismo o c'è il rischio di creare una nuova bolla?
L'ampia liquidità immessa nel sistema deve essere gestita e gradualmente ridotta. Appare chiaro che la Bce vuole dare dei segnali da subito, mentre la Fed è più attendista anche se storicamente ha sempre anticipato la Bce nell'inversione della politica monetaria.
I titoli industriali, le mid cap in particolare, ma anche Pirelli e Fiat hanno dato grandi soddisfazioni agli investitori. Il trend può proseguire quest'anno con la stessa intensità?
Non con la stessa intensità perché molta strada sulla via del rialzo è già stata percorsa. Però le aziende che sapranno difendersi dal rialzo delle materie prime e con prodotti in grado di affermarsi sui mercati internazionali avranno ancora spazio.
Le banche italiane hanno appesantito i listini. Poi dal l'inizio di quest'anno c'è stato il rimbalzo. Ora il governatore Draghi ha ricordato al necessità di ricapitalizzare. Come sarà il 2011 per le banche italiane?
Potrebbe essere meno negativo di quello che molti pensano se l'Euribor a tre mesi inizierà a salire, cosa che
appare inevitabile viste le recenti dichiarazioni di Trichet. Però resta molta strada da fare per tornare a un livello di redditività che consenta ai prezzi di ripartire in modo non episodico.
Su quali titoli puntate quali vi piacciono e per quali motivi. E al contrario le realtà da cui stare lontani.
In Italia noi stiamo raccomandando titoli industriali come Brembo, Danieli, De' Longhi, Indesit, Luxottica, Sorin che hanno la capacità di ribaltare sui prezzi gli aumenti dei costi e trattano a multipli inferiori alla media storica. Autogrill si avvantaggia del forte recupero del traffico aereo e di un marchio ormai globale. Saipem sta beneficiando dei piani di investimento delle oil company. Tra i finanziari ci piacciono Mediobanca e Intesa Sanpaolo, che hanno un vantaggio competitivo nel funding e buona visibilità sulla crescita degli utili. Tra le utility privilegiamo Enel, che ha sorpreso per la capacità di ridurre il debito, è ben diversificata geograficamente e tratta a multipli interessanti. In una possibile fase di rialzo dei tassi gli assicurativi faranno bene, in particolare pensiamo a Generali. Al contrario le società con bassa generazione di cassa e fortemente indebitate ricominceranno a vedere la strada in salita. All'estero guardiano a titoli come Ses, società di comunicazioni satellitari operante in un settore oligopolistico con un business simile a una utility ma in crescita grazie alla crescente domanda di servizi; Rhi che dovrebbe beneficiare, in quanto fornitrice di materiale refrattario per gli altoforni, del recupero della domanda di acciaio a livello globale. Havas, fra i leader nel mercato delle agenzie pubblicitarie, sta beneficiando di un recupero ciclico della domanda e di una leva operativa positiva grazie a un piano di riduzione costi; Smith & Nephew, leader mondiale nel settore ortopedico, gode di una stabile crescita dei volumi e di un aspetto speculativo legato a un possibile consolidamento nel settore med-tech.
di Fabio Pavesi
LA SQUADRA
Equita Sim ha chiuso il 2010 con oltre 35 milioni di ricavi e un utile di 9 milioni, con una redditività netta sul fatturato al 26%. Che non è da poco, dato che la crisi dei mercati degli ultimi anni ha ridotto di molto i volumi, il fattore fondamentale per chi fa intermediazione finanziaria. Oltre alla divisione ricerca guidata da Matteo Ghilotti e Stefano Lustig, la piccola banca d'affari milanese si compone dell'area sales&trading (Fabio Deotto ed Edward Duval) e dell'area investment banking in forte crescita e gestita da Andrea Vismara con Gaia Mazzalveri e Carlo Volpe. Equita è posseduta da Jc Flowers con il 51% e con il 40% dagli stessi manager.